Ogni due anni viene indetto il tradizionale concorso di letteratura dell’Università di Friburgo. I premi sono assegnati per i testi nelle lingue e nelle letterature rappresentate nell’insegnamento universitario. Ottavia Bulloni ha presentato il suo testo in italiano e ha vinto! Un’intervista sulla sua patria e una questione irrisolta.
Congratulazioni per il premio. Cosa significa per lei? Perché ha partecipato a questo concorso?
Grazie! Il testo presentato al concorso è stato il mio primo tentativo di scrittura poetica, il premio simboleggia dunque un inizio, un punto da cui partire per approfondire lo studio letterario. Credo che questa esperienza mi abbia aiutata a prendere coscienza non solo degli aspetti positivi di quanto ho scritto, ma anche dei difetti, delle lacune da colmare. Quando si lanciano nel vuoto le proprie parole sapendo che saranno lette da altri, in questo caso da specialisti, si diviene improvvisamente più consapevoli e autocritici. Proprio per questo motivo ero inizialmente restia a partecipare, tuttavia il desiderio di mettermi in gioco mi ha convinta a superare l’esitazione.
Scrive regolarmente? Cosa l’ha spinta a scrivere questo testo?
Scrivo regolarmente, ma non a fini letterari; si tratta piuttosto di pensieri e fatti quotidiani che annoto in un diario. I vari testi sono nati spontaneamente durante alcuni momenti introspettivi e senza un vero obiettivo. Con il tempo, tuttavia, mi sono resa conto dell’esistenza di un tema comune: non riuscivo a scrivere versi che non parlassero del mio paese e delle persone che lo abitano, come se avessi una questione irrisolta con la terra che mi ha cresciuta. Così, su fogli sparsi, ho cominciato a raccogliere, scartare e modificare fino ad ottenere il risultato che ho presentato al concorso: Anime e terre di casa mia.
Di cosa si tratta (senza svelare troppo)?
Si tratta di una raccolta in versi nata come omaggio ad una valle per la quale spero un futuro migliore. Tra i vari componimenti si esprime una continua tensione fra il desiderio di fuggire e l’impossibilità di farlo, fra pensieri negativi e un amore travolgente. È forse l’esito del conflitto fra la mia origine provinciale e l’apertura al mondo, così come l’incertezza per i luoghi che mi riserverà il futuro.